Letteratura francese
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Nel XII secolo sembrò che questa lingua prevalesse sulla langue d'oïl, ma nel secolo seguente la sua importanza declinò rapidamente, in conseguenza al crollo della potenza politica dei duchi di Aquitania e degli altri grandi feudatari. Nei secoli XII e XIII la langue d'oïl si diffuse in tutta Europa, seguendo le fortune del regno di Francia.
La langue d'oïl fu la lingua della corte angioina di Napoli ed in Inghilterra; fu la lingua ufficiale della corte e della giustizia nei due secoli che seguirono la conquista normanna del 1066, e a lungo il francese rivaleggiò con l'inglese come lingua parlata dai ceti colti, quasi soppiantandolo come lingua letteraria.
Nel XIV e XV secolo la guerra dei Cent'anni tra Francia e Inghilterra, diede vigore al nazionalismo francese e favorì l'accettazione della lingua di corte come standard linguistico nazionale. Affermatosi come lingua letteraria e di corte, con l'Ordinanza del 1539 emessa da Francesco I re di Francia, il francese parlato nell'ÃŽle de France divenne la lingua ufficiale di tutto il regno. La Provenza - colonizzata dai romani prima del resto della Gallia - conservò una lingua derivata dal latino più radicata e, rispetto alla lingua parlata nel nord, molto meno influenzata dagli idiomi dei Franchi e di altre popolazioni di origine germanica.
L'era dei Trovatori
Un tempo lingua comune e letteraria in Francia e nella Spagna settentrionale, la langue d'oc (od occitano) sviluppò nei secoli XI e XII una lirica di estrema perfezione formale. I poeti lirici che componevano in lingua d'oc tra l'XI e il XIII secolo, furono detti Trovatori. Il termine veniva fatto derivare dal provenzale trobadours, connesso con trobar, "trovare, comporre poesia". Accanto a Guglielmo IX d'Aquitania, che fu uno dei primi trovatori, si ricordano Jaufré Rudel, Bernard de Ventadour, Arnaut Daniel.
La poesia trobadorica del sec. XII assunse due forme: il Trobar leu (poesia dolce trobadorica), con rime dolci e leggiadre per una poesia d’amor cortese, ed il Trobar clus (poesia aspra, realistica, satirica, ermetica, in una parola: difficile) della poesia, appunto, di registro morale, satirico realistico. La musica che accompagnava i testi andò gradualmente scomparendo nel corso del XIII secolo, mentre la poesia trobadorica seguì il declino delle corti cui era legata.
Le composizioni dei trovatori avevano come tema soprattutto l'amor cortese ma anche contenuti politici e religiosi. Le forme metriche comprendevano canzoni, tenzoni (contrasti), sirventesi (di argomento politico o satirico), compianti (generalmente canti funebri), albe (sulla separazione degli amanti al sorgere del giorno). L’amore veniva inteso come omaggio di stampo feudale nei confronti della dama. La musica era eseguita generalmente con la viella (viola medievale) e il liuto.
Nel XII secolo la poesia provenzale si diffuse nella Francia settentrionale e in Inghilterra. La lingua usata fu quella d'oïl e gli autori presero il nome di trouvères ("trovieri"). Mentre nelle corti provenzali i poeti erano spesso nobili e dame, nelle corti del nord si sviluppò la figura del poeta di corte. Eleonora d'Aquitania, moglie prima del re di Francia Luigi VII e poi di Enrico II d'Inghilterra, fece della propria corte un centro di raffinata cultura letteraria e fu l'anello di congiunzione tra la letteratura francese e quella inglese.
I generi trattati dai trovieri comprendevano romanzi di argomento classico, ispirati all'epica antica e del ciclo bretone, Fabliaux (racconti in versi di argomento realistico), poemi allegorici come il Roman de la Rose. Celebre fu Thomas, autore del romanzo di Tristano e Isotta.
Due sono i cicli in lingua d’oïl divenuti famosi:
- il Ciclo carolingio, che ha per soggetto le gesta di Carlo Magno e dei suoi paladini contro i Saraceni; ha carattere religioso ed epico. L’opera più importante è la Chanson de Roland dovuta allo scrittore Turoldo
- Il Ciclo bretone, che ha per soggetto le avventure di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, di carattere erotico e romanzesco. Il vero artefice dei romanzi arturiani è Chrétien de Troyes.
L’epopea francese entrerà poi nel repertorio dei giullari nel XII secolo, quando le chansons de geste saranno ormai affermate (la canzone di Rolando infatti è del secolo precedente); dall’alto medioevo in poi non vi saranno più tracce di tale materia epica nei repertori giullareschi. I giullari erano infatti per lo più attori di pantomima (dove l'azione viene abbinata alla danza) in grado di dar vita però anche a bozzetti dialogati o a monologhi. Il giullare declamava e, quando introduceva il discorso diretto, passava inevitabilmente ad una azione teatrale (in forma di monologo anche quando interpretava due personaggi, stile ripreso nei temi moderni da diversi attori, uno su tutti Dario Fo). Soltanto nei dialoghi o nei contrasti si potevano avere due giullari sulla scena.